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Nessuno guadagna con il Trading in Italia

In questo report gratuito ti svelerò in 9 punti, perchè specialmente in Italia nessuno ottiene profitti con il trading!

Report settimanale: dal 26 al 30 settembre 2011!

La crisi regna sovrana.

Questo sarebbe a mio avviso il titolo giusto per il dramma che alcuni paesi già vivono e che altri con molte probabilità vivranno a breve.
L'economia mondiale è praticamente ostaggio della crescita della stessa, come ancora una volta nella settimana appena trascorsa il FMI e UE hanno rimarcato.

A questo punto a mio avviso il problema che tutti dovremmo porci è come riuscire a venirne fuori, piuttosto che scambiarsi accuse reciproche. L'unica strada percorribile rimane il default, che tutto sommato, darebbe sì il via ad un periodo di turbolenze finanziarie ancor più di quello attuale, ma sicuramente potrebbe consentire a intere nazioni di sollevarsi.

Per essere più chiari se la Grecia anzichè innescare una quasi guerra civile conseguente alle manovre per porre rimedio alla situazione, potrebbe a mio avviso salvarsi semplicemente dichiarando default uscendo dall'unione monetaria. In questo modo ritornando alla Dracma potrebbe puntare sulla svalutazione della stessa per rilanciare l'economia e l'occupazione oltre ad attrarre investitori stranieri, in pratica dovrebbe semplicemente fare quello che per anni l'Italia ha fatto negli 80 permettendo il nostro miracolo economico.

Per poter attuare quanto detto c'è però bisogno di grande coraggio da parte della classe politica greca, che anzichè soffermarsi e cercare di andare incontro alle richieste della comunità europea, dovrebbe cercare di salvaguardare il popolo greco da un dramma che è solo all'inizio. Per quanto riguarda gli altri paesi in difficoltà nella zona euro anche noi, forse dovremmo seriamente iniziare a pensare ad un simile scenario, questo perchè la manovra messa a punto è molto variabile in diversi punti e a mio avviso servirà solo a contrarre maggiormente i consumi, visto che per circa un terzo è fatti di tagli.

Oltre oceano l'economia a stelle e strisce non naviga in acque migliori delle nostre, con livelli occupazionali preoccupanti ed una crescita praticamente nulla, aspetti segnalati ancora una volta dalla FED.

Da un punto di vista tecnico come avevamo anticipato gli attacchi speculativi stanno alzando il tiro e durante tutta la settimana nel mirino più di altri sono state Francia e Germania.

Entrambi i listini hanno archiviato la settimana con pesanti cali soprattutto sul comparto bancario, per quanto riguarda il DAX la tenuta di area 5000 punti ha consentito un rimbalzo fino in area 5200 che potrebbe portare l'indice ad un test di area 5500. Sia sul DAX che sul FTSE MIB da un punto di vista tecnico è da segnalare la formazione di un doppio minimo interessante su grafico daily. Discorso che si ripete anche per il Dow Jones quindi suggerisco di monitorare per possibili rimbalzi tutti e tre gli indici.

Per le valute conseguente alla situazione sopra indicata sotto pressione rimane l'EURO che a nostro avviso rimarrà sotto pressione.

Per questa settimana il cambio EUR/USD potrebbe testare area 1.3150 e oltre, discorso simile per il CABLE che chiude la settimana a ridosso dell'area di supporto a 1.5300.

In questa situazione di crisi e in "assenza" del franco svizzero per gli interventi continui della SNB chiaramente premiato a livelli preoccupanti e la moneta nipponica, che suggerisco di maneggiare con cura visto che in settimana la BOJ a più volte segnalato che una moneta cosi forte danneggia l'export e non sono quindi esclusi interventi mirati ad allegerire questa situazione.

A cura di Francesco Dipino

Buon trading Domenico e Francesco

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Aggiornamento pips settimanali del servizio segnali, dal 5 settembre!

Ricominciamo con il nostro consueto aggiornamento pips realizzati attraverso il servizio Segnali Forex Tzunami Tutto Compreso.

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Mese di riferimento : SETTEMBRE 2011


Mese di riferimento : OTTOBRE 2011



Mese di riferimento : NOVEMBRE 2011




Mese di riferimento : DICEMBRE 2011





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Report settimanale dal 12 al 16 settembre!

La situazione dell'Euro e dell'UE sembra davvero precipitare, nonostante fossimo consapevoli come testimoniano i precedenti report, vivere questa situazione ci angoscia allo stesso modo. La settimana appena trascorsa è stata di notevole impatto sui mercati sia borsistici che valutari.

Difatti le avvisaglie sono giunte già nella giornata di lunedi, con pesanti perdite sui listini europei ed una elevata avversione al rischio generalizzata, da un punto di vista macroeconomico possiamo interpretare questi segnali dei mercati come una netta bocciatura alla classe politica europea, incapace a mio avviso, di dare segni univoci di coalizione di intenti. Tutto questo da chiaramete corda ai grandi speculatori internazionali che stanno letteralmente massacrando uno ad uno tutti i paesi membri dell'unione.

La conferma della inadeguatezza della classe politica europea arriva anche dalle dimissioni di Stark che hanno affossato anche la moneta unica, dimissioni che ufficialmente arrivano per motivi personali, ma che ufficiosamente sono state rassegnate per il disaccordo sul riacquisto dei titoli di stato dei paesi maggiormente in difficoltà sui mercati secondari.

Già questo bastava a creare panico sui mercati, ma in aggiunta la Merkel prepara un piano per salvaguardare banche e assicurazioni tedesche dal sempre più imminente default della Grecia. Se questo dovesse succedere è chiaro che nel prossimo futuro la stessa sorte toccherà altri paesi inclusi noi.

Per quanto riguarda gli USA, in settimana da Bernanke arriva il chiaro messaggio che la FED non lesinerà alcuno sforzo per far ripartire l'economia a stelle e strisce ed a supporto di questo anche il Presidente Obama presenta nuovi programmi per stimolare innanzitutto l'occupazione che continua a rimanere sopra il 9%, anche se le borse statunitensi per un conseguente effetto domino sono state penalizzate.

Anche sui mercati valutari la settimana è stata caretterizzata da eventi notevoli, innanzitutto dalla decisione della SNB che a protezione dell'export elvetico ha deciso di portare il cambio EUR/CHF non inferiore a 1.2000, quindi questo a chiaramente squilibrato l'intero mercato. Se poi a questo aggiungiamo tutto quanto detto sopra il quadro è completo.

Sul fronte energetico, con i timori di recessioni che albeggiano a livello mondiale, e con il conseguente calo della domanda, il prezzo del petrolio continua a rimanere sotto i 90$ al barile. Come conseguenza l'oro continua ad essere il bene rifugio per eccellenza facendo registrare nuovi massimi.

Da un punto di vista tecnico il DAX chiude su un livello di supporto importante in area 5160 la rottura di questo livello potrebbe portare il listino tedesco in area 4500 area del supporto successivo, viceversa la tenuta del livello indicato vede come obiettivo area 6000. Per il listino italiano anch'esso in caduta libera con una prima area di supporto disponibile a quota 13500 ma con possibili picchi fino in area 12300, la tenuta dei 14000 punti nell'immediato potrebbe proiettare un rialzo fino a 15000.

Per il DJ il supporto in area 10900 sembra aver retto l'urto che potrebbe riportare la quotazione in area 11300, la rottura del supporto porterebbe alla successiva area di supporto a 10725. Per il NASDAQ il livello di supporto prossimo è 2330 la tenuta di questo livello potrebbe portare alla resistenza in area 2530.

Sul fronte valutario il cambio EUR/USD è a ridosso del supporto in area 1.3672 la violazione di questo livello porterebbe il prezzo in area 1.3550 prima e 1,3428 poi. La tenuta del livello invece porterebbe il prezzo in area 1.3850 con possibili escursioni anche in area 1.3900.

Il cable se dovesse violare area 1.5870 con forza avrebbe spazio sino a 1.5500 la tenuta del livello invece porterebbe alla resistenza in area 1.6115.

Per USD/CHF come conseguenza dell'azione attuata dalla SNB e passata la resistenza in area 0.8790 potrebbe riportare il prezzo sopra la parità, viceversa possibile un test di area 0.8545.

 Per USD/JPY il supporto importante resta area 76.50 la cui rottura potrebbe portare il prezzo sino a 75.00. Al rialzo invece duro ostacolo in area 78.13 la cui rottura darebbe spazio a possibili test di area 79.70.

A cura di Francesco Dipino

Buon trading Domenico e Francesco

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Riprende il nostro report settimanale!

Un buon rientro a tutti, riprendiamo la nostra routine ed iniziamo questo nuovo anno lavorativo con immutato entusiasmo.

ANALISI MACROECONOMICA

La situazione generale circa le condizioni dell'economia mondiale non poteva certo cambiare in 30 giorni, ma tutti noi probabilmente ci aspettavamo che non si andasse ancora più giù.
Cosa che di fatto è avvenuta come del resto avevamo anticipato nei report prima della pausa estiva, la crisi che viviamo è più profonda e ramificata di quanto gli stessi operatori pensassero. A livello macroeconomico in Europa, purtroppo, ad essere nell'occhio del ciclone proprio in questi giorni è l'Italia. La manovra, cambiata per l'ennesima volta, è stata ancora una volta non presa bene dai mercati, che la bocciano senza appello con il FTSE MIB a -3,89% e con la forbice tra i nostri BTP e gli equivalenti tedeschi che schizza sopra i 300 punti base, peggio della Spagna che concorre con il nostro paese per aggiudicarsi la maglia nera. La crisi che vive il nostro paese è non solo economica, ma soprattutto istituzionale e politica con governo ed opposizioni incapaci di dare al paese quello di cui a bisogno.

Allargando l'obiettivo e guardando all'Europa intera la situazione non sembra essere migliore, nel senso che la crisi che attanaglia il vecchio continente si estende a tutti i paesi membri, compresi tedeschi e francesi, a mio avviso saranno proprio questi le prossime vittime della speculazione.

Per quanto riguarda gli USA la situazione non è dissimile, la crescita è pressochè nulla ed il debito federale continua a crescere e soprattutto l'occupazione non lascia presagire nulla di buono nell'immediato futuro.
Le borse europee hanno bruciato 186 miliardi di euro nella sola giornata di venerdi riportando gli indici sui minimi di periodo. Anche le borse a stelle e strisce sono crollate, sulla scia della preoccupante situazione europea ma anche per quanto abbiamo detto sopra.

Per quanto riguarda le valute con il riaffiorare delle preoccupazioni degli investitori il franco ritorna molto forte, male l'euro che chiude per il quarto giorno cosecutivo in ribasso nei confronti del dollaro USA.

A cura di Francesco Dipino

Buon trading Domenico e Francesco

Evoluzione della società economica contemporanea!

Ben ritrovati, mi auguro che le vostre vacanze siano state serene e lunghe, almeno quanto le mie, e che vi abbiano consentito di recuperare tutta l’energia necessaria per affrontare insieme questo nuovo anno lavorativo.
Come sempre, cercherò di essere diretto e senza indugio, sono pronto ad esporvi il mio punto di vista sulla situazione macroeconomica e sulle dinamiche dei mercati.
Ci eravamo lasciati con una situazione che suscitava in me un grande senso di vuoto e di incertezza, ma dopo uno sguardo a quanto accaduto durante il mese di Agosto, quelle sensazioni sono riaffiorate esattamente con la stessa intensità.
Dunque, da dove iniziare, gli argomenti da trattare con molta accuratezza sono tanti e vari che probabilmente vi annoierei, quindi anziché passare in rassegna tutti gli avvenimenti di questo caldo Agosto, non solo da un punto di vista meteorologico, vorrei cercare di focalizzare la vostra attenzione su tre punti e cioè crisi del debito pubblico, crescita globale non sostenibile, fallimento della globalizzazione.

Crisi del debito pubblico

Il messaggio che arriva dai mercati è forte e chiaro, ma nonostante tutto i governi sembrano intenzionati ad andare avanti con misure che a mio avviso non faranno altro che contrarre ancor di più l’economia. Questo perché si è deciso di percorrere obiettivi che francamente sono improponibili, con tagli sostanziali della spesa pubblica che non rappresenta il vero problema e cercherò di essere il più chiaro possibile. Probabilmente pochi di voi sanno che il denaro in circolazione non è di proprietà degli Stati in quanto hanno delegato pochi privati, azionisti delle banche private, a crearlo. La cosa paradossale è che per poi utilizzarla, detti privati prestano la moneta agli Stati con tanto di interessi!
Quindi per capirci la Banca d’Italia come quella francese o di altri paesi non sono le banche dei loro cittadini, compresa la BCE, ma sono di proprietà di grandi banchieri .
Per fare un esempio la FED è di proprietà di alcune delle più famose banche del mondo come la Rothschild Bank di Londra, Goldman Sachs di New York e poche altre, queste a loro volta sono anche proprietarie di molte Banche centrali europee, che a loro volta sono proprietarie della Banca centrale europea, quindi attraverso questo meccanismo di scatole cinesi il debito pubblico mondiale è in mano a pochi. Quello di cui avremmo veramente bisogno dunque non è ridurre il debito attraverso tagli al sociale o alla sicurezza, ma bensì semplicemente ritornare in possesso del diritto a produrre moneta. Tutto quanto detto finora, non ha nulla di segreto, sono solo informazioni che non circolano quasi ci fosse un divieto non scritto ad imporlo. Molto probabilmente i timori per le ripercussioni sono maggiori del senso di dovere nei confronti dei cittadini, timori se vogliamo giustificati dagli eventi del passato, eventi che la storia ci suggerisce come per esempio la fine, che alcuni degli eroici politici americani (A.Lincoln, J.F.Kennedy, R.Kennedy) hanno avuto nel cercare di percorrere questa strada .

Crescita globale non sostenibile

La crescita globale è in stallo!!!
A farmi iniziare a pensare questo, è il fatto che questa crisi sembra essere davvero profonda più di ogni altra e che soprattutto quello a cui dovremmo realmente porre attenzione continua ad essere trascurato.
I combustibili fossili che hanno permesso lo sviluppo dell’economia negli ultimi secoli, si stanno esaurendo, e ancora non disponiamo di fonti energetiche alternative pronte, per poter continuare a sostenere questo tipo di economia, e d’altro canto dagli studi fatti da svariati istituti di ricerca non sembrano arrivare buone notizie; le energie rinnovabili non consentiranno di avere lo stesso apporto di energia elettrica che, nel giro di qualche decennio sarà razionata e disponibile solo in alcune ore del giorno, come già accade in alcuni paesi.
Se solo volessimo considerare questo aspetto il nostro modo di pensare dovrebbe immediatamente cambiare e focalizzarsi su come cambierà la nostra vita, quella di tutti i giorni. Per intenderci il costo del petrolio arriverà alle stelle e questo si ripercuoterà sull’economia ad iniziare dalle classi più deboli e via via fino a quelle in cima alla piramide sociale. Anche se in maniera molto succinta questo è il succo della questione, gli scenari dell’economia mondiale sono tutt’altro che incoraggianti. Per concludere questa parte dell’articolo vi invito a leggere THE END OF GROWTH di Richard Heinberg, un libro che per certi aspetti sembra visionario e apocalittico ma che senza dubbio deve farci riflettere.

Fallimento della globalizzazione

Come conseguenza alla situazione sopra prospettata, e già non più futura, con la crisi in cui ci ritroviamo a vivere in questi anni, ci vuole poco ad arrivare a questa conclusione: la globalizzazione è fallita!
A dirlo sono i fatti, non certo le mie parole. Nell’economia globalizzata, dove ogni volta si è puntato ad economie di scala sempre più grandi a costi marginali sempre più bassi, l’unico fattore comune, è stato l’aumento della povertà. Dai dati statistici emerge che mai come in questo periodo sta aumentando vertiginosamente il numero delle persone che vive con meno di 1 dollaro al giorno. Tutto questo porterà ineluttabilmente, con la fine dell’accesso illimitato ai combustibili fossili, alla fine della globalizzazione stessa. Questo perché le imprese che si saranno espanse fino a diventare delle multinazionali dovranno fare i conti con una tendenza decrescente. A mio avviso a sopravvivere a tutto questo saranno le piccole e medie imprese, perché saranno in grado, non essendo centralizzate e meglio distribuite sui territori, a far fronte alla domanda con la qualità dei prodotti, e saranno in grado di rispondere alle necessità di base della loro comunità attraverso la disponibilità delle risorse locali.
Questo porterà alla nascita di un nuovo tipo di società, con imprese ed imprenditori, capaci di generare lavoro e ricchezza meglio distribuiti, con prodotti migliori sia per la salute che per l’ambiente, questo è quello che mi auguro sposando appieno le teorie della “BLUE ECONOMY” che in svariati angoli del mondo sta già penetrando nel tessuto sociale.

Francesco Dipino


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